COMPITO : “SCRIVO UN RACCONTO DI AVVENTURA”
29 Settembre 2016
“Già tre giorni trascorsi in questa stupidissima spiaggia e ancora alcun tipo di divertimento puro” pensava James North, il secondo di quattro fratelli. Sua madre, la signora Dove, si limitava a portare i figli al mare, fargli fare castelli di sabbia e sì, perchè no, giusto alla fine della giornata un piccolo bagnetto. Sebbene fosse milionaria e si sarebbe potuta permettere di portare tutti e quattro i suoi figli ogni mese in uno Stato diverso alloggiando in hotel di lusso.
Invece li portava tutti gli anni in Sicilia e programmava ogni ora della giornata.
Perciò dopo il breve tuffo ritornavano tutti alla villa di loro madre (che si distanziava dalla spiaggia di pochi metri), si lavavano, mangiavano ed andavano a dormire. Ogni giorno così e i tre mesi di vacanza erano appena iniziati ! Non sapevano però che di lì a poco le cose sarebbero cambiate …
DRIIIN ! La sveglia suonò alle sette, come ogni mattina, e la famiglia North si diresse in cucina, dove la signora Dove era già vestita, “Bene bene ragazzi, oggi devo andare a lavoro, ma voi potete comunque andare al mare” “Oh Dio !” esclamò James molto sarcasticamente, poi fece una smorfia, sbuffò e si afflosciò sulla sedia. Sua madre lo guardò un po’ perplessa, ma subito si rigirò e continuò il suo discorso : “Mi fido di te Charlie, stai molto attento ad Ariana. Ho già preparato i vostri zainetti, dentro ci sono degli asciugamani, crema solare, un cambio e dei panini”. Passò a baciare i figli e se ne andò accompagnata dal rumore dei suoi tacchi che sbattevano.
Charlie era il più grande dei fratelli e perciò il più responsabile, quello che vuole sempre far notare alla mamma quanto sia stato bravo. Aveva compiuto 16 anni da poco e questo lo faceva sentire ancora più importante nella famiglia.
Alle 9:00 i ragazzi presero gli zaini e si diressero verso la porta di casa, “Forza ragazzi, tutti in fila indiana. Stiamo per attraversare una strada e le strade sono…” avrebbero dovuto rispondere in coro che sono pericolose, ma lo disse solo la piccola Ariana. “Esatto !” disse tutto soddisfatto.
Alle 9:15 si trovavano tutti e quattro in spiaggia. Sembrava una giornata come tutte le altre, quando Ariana iniziò a correre. “Ari, dove stai andando ?” gridò James mentre la rincorreva. La bambina d’un tratto si fermò davanti al molo dove era ormeggiata una barca. I suoi fratelli la raggiunsero poco dopo.
“Questa è la barca di mamma” mormorò la bimba. “Ariana, tu sei un genio !” esclamò James, Ariana sorrise e si fece prendere in braccio dal fratello.
“Cosa stai facendo James ? Sei pazzo ? Abbiamo un programma: dobbiamo…” “Lo so a memoria il programma Charlie, è lo stesso da 14 anni ! Sono stufo di fare sempre le stesse cose, non ho più 2 anni !” Lo fulminò con lo sguardo e salì con Ariana nella barca. “Non ha tutti i torti, sai ? Non verrebbe voglia anche a te di provare cose nuove ?” disse Hunter, il più pacifico dei fratelli. In quel momento anche lui salì sulla barca. Charlie rimase fermo immobile, a guardare davanti a se. “Eddai Charlie !” il ragazzo abbassò la testa e vide Ariana “Facciamo solo un giro…” e dicendolo sbatté le palpebre così velocemente che dopo un po’ gli occhi cominciarono a lacrimargli. “E va bene, ma solo un giro” “Evviva !”.
La barca della Signora Dove era molto bella: assomigliava molto ad una barca dei pirati, anche se un po’ più piccola. C’era il primo piano, dove c’erano il timone e l’albero maestro a cui erano appese delle vele bianche. Nel secondo piano, invece, c’erano delle camere e un piccolo studio e una piccola cucina. “Sai James”, disse Charlie “mi sa che abbiamo dimenticato un piccolo particolare: non sappiamo guidare una nave” “Non sarà poi così difficile” rispose James distratto, già impegnato a smuovere le corde delle vele. “E’ una cattiva idea, meglio tornare alla spiaggia” “Ho slegato gli ormeggi della barca capitano !” esclamò Hunter. “Perfetto marinaio!” “Cosa?! Stiamo partendo ?! Non ti azzardare a toccare il timone, James ! Poi dovrei essere io il capitano: sono il più grande !” “Fra i pirati l’età non conta !” rispose lui mentre girava il timone. “Ma comunque…” cercò di protestare l’altro “E sta zitto un po’, Charlie !” gridò la più piccola dei quattro. “Bravissima Ariana !” “Fammi indovinare” replicò Charlie “anche lei è un marinaio ?” “No, no. Lei è il primo ufficiale”. Charlie si girò perplesso verso la sorella. “Che stai aspettando marinaio ?” replicò lei “ammaina le vele !” “Ariana, hai solo 4 anni, non prendo ordini da te !” in quel momento la bambina gli saltò addosso e gli tirò due ceffoni “E invece sì !” e se ne andò ridendo.
Charlie si voltò arrabbiato verso James. “Che c’é ?” rispose lui “si sta solo immedesimando nel personaggio !” “Ok, dobbiamo subito tornare indietro !” “Ma non sono passati neanche 10 minuti !” protestò Ariana “Mi dispiace ma…” “Charlie ! Tu mi ascolterai adesso !” e i tre ragazzi si girarono perplessi verso James.
“Abbiamo preso una forte corrente che ci sta portando al largo” “Che cosa ?! No, no, no ! Ci deve essere un modo per cambiare direzione” “Ci ho già provato, ma la corrente è troppo forte !” “Tu non sai guidare una nave !” “C’è un manuale di guida e l’ho letto.” Charlie provò in tutti i modi a spostare il timone in modo da cambiare direzione. Non era mai stato un ragazzo determinato e quella fu una delle uniche volte in cui provò e riprovò a fare qualcosa. Niente. Non c’era verso. Saranno state le 16:00, quando i ragazzi intorno a loro vedevano solo e soltanto il blu del mare, che stava cominciando ad essere inquietante.
“James” mormorò Ariana “ho paura”. James e Ariana erano molto legati, forse anche perché avevano un carattere simile. “Non devi aver paura, andremo via di qui. Te lo prometto.” I due si abbracciarono. “Che ne dite di andare giù, abbiamo gli zaini, possiamo cambiarci” propose Hunter. “Sì, sì, è una buona idea” rispose Charlie, cercando di essere il più tranquillo possibile, anche se interiormente avrebbe voluto gridare di terrore. “Voi andate a cambiarvi nelle camere da letto, io devo parlare un attimo con James.” e nel dirlo entrò nello studio. Era un bel posto: c’erano tre poltrone, un tavolo sul quale era steso un planisfero, una libreria e un armadio, sembravano tutti molto vecchi.
“Cosa facciamo ora ?” “Non lo so Charlie” “Ecco, io lo sapevo. Lo sapevo ! E’ stata una pessima idea !”. James rimase fermo a guardarlo. Non gli era mai stato simpatico, ma in cuor suo sapeva che aveva ragione, o forse no ? No ! Non aveva ragione ! Quanto sarebbe stato noioso continuare a programmare la vita ora per ora, ma poi ripensò ai suoi fratelli. Ad Ariana, che lui aveva sempre adorato, e lei non meritava di morire. Sarebbero morti ? Lui non lo sapeva e non voleva saperlo.
Charlie stava stava continuando a parlare, ma lui non sentiva quello che stava dicendo: le sue orecchie erano tappate dai suoi pensieri, anche se avrebbe preferito ascoltare la sua tiritera piuttosto di pensare a ciò che stava pensando.
“Ok Charlie, adesso basta. Mamma voleva fare un viaggio con questa barca, perciò avrà preparato acqua e provviste” “Per quanto dureranno secondo te ?” “Non lo so, ma essere pessimisti non ci aiuterà , che ti piaccia o no, dovremo collaborare se vogliamo salvarci.” Detto questo uscì per andare a controllare cosa c’era in cucina.
La cena, quella sera, fu a base di panini della mamma. Poi Hunter andò a dormire e James mise a letto Ariana. “Stanno dormendo tutti e due” disse James mentre saliva al piano di sopra. Era uno spettacolo inquietante e meraviglioso allo stesso tempo: nel cielo splendevano le stelle, ma intorno a loro non c’era nulla. Solo immenso, infinito mare.
Charlie stava guardando nel vuoto. “Cosa direbbe la mamma ora ?” “Questo non ha importanza, tu ti preoccupi troppo di quello che pensa la mamma. Hai 16 anni !” Charlie non rispose.
“Cosa c’è da mangiare ?” “C’è acqua, pane, verdura e altri 8 panini” “Non è prudente lasciare il timone, potremmo andare contro agli scogli o…peggio” “Faccio io il primo turno. Ti verrò a svegliare alle 3”. Il ragazzo annuì e scese le scale.
James aveva 14 anni. Non era mai andato d’accordo con Charlie, forse per via dei loro caratteri totalmente diversi. Lui era coraggioso e determinato, Charlie pensava solo a se stesso. Quello che avrebbe voluto tanto James era conoscere suo padre. L’unico che l’aveva conosciuto era Charlie e James sapeva che la mamma era cambiata da quando era morto papà, ma non gli aveva mai detto com’era morto e perché si era messa con un altro che l’aveva mollata dopo aver fatto Hunter e Ariana con lei. Ma lui sapeva, o sperava, che prima o poi l’avrebbe scoperto.
La mattina dopo James stava dormendo in un letto vicino a quello di Ariana. Probabilmente Charlie gli aveva dato il cambio, ma era troppo stanco per ricordarselo. La bambina stava ancora dormendo, perciò James si alzò in punta di piedi e salì di sopra, dove lo aspettava uno spettacolo terrificante.
Intanto la bambina di sotto si era svegliata e stava salendo di sopra. Guardò il cielo e vide grossi nuvoloni neri come la pece squarciati, di tanto in tanto, da biancheggianti saette. Ariana urlò, James le venne incontro e intanto il mare sotto di loro faceva dondolare a destra e a sinistra la nave. “Andrà tutto bene” BROOOMP ! Era il primo tuono, che fece tremare la nave. Ariana era terrorizzata. “Ehi !” intervenne Hunter “Perché io e te non andiamo a leggere un bel libro ?” e così dicendo la prese per mano e la portò giù.
“Non ha fatto un goccio di pioggia per giorni e ora che ci troviamo in questa situazione arriva la tempesta !” protestò Charlie. “La affronteremo !” “Non sappiamo come si fa !”. Ci fu un altro tuono e le onde sotto ed intorno a loro cominciarono ad alzarsi. “Non fa niente ! Pensiamo ad andare avanti nonostante tutto !” ed ecco che cominciarono a cadere le prime gocce d’acqua. Un altro tuono. La pioggia cominciò a diventare fitta. I ragazzi vedevano solo l’oscurità del mare che si alzava e scendeva, lo sentivano sotto i loro piedi.
Ed eccola: la prima delle molte onde contro le quali avrebbero dovuto lottare. Si apriva davanti a loro un’onda scura e minacciosa. Ripensò a tutte le volte in cui la madre gli aveva nascosto che stava soffrendo. Quello che aveva capito negli anni è che è normale soffrire e che si trova la soluzione soltanto con gli amici e le persone che ti sono care. Sua madre si era chiusa dentro la sua sofferenza e perciò non ne era uscita. Se sua madre gli avesse insegnato qualcosa ? Sì: a non essere come lei. Il vento soffiava spietato. Sì, sarebbero morti.
L’onda si avvicinava sempre di più. “Vai sempre dritto Charlie !”. E così fece. Una montagna di acqua si scaraventò contro la nave. I ragazzi furono sommersi e trascinati verso l’albero maestro. Erano zuppi, ma erano ancora vivi. La barca era inclinata. Un’altra onda e si sarebbero ribaltati.
E infatti eccola, forse ancora più grande di quella precedente, veniva loro incontro come se volesse abbracciarli, anche se i ragazzi l’avrebbero voluto evitare.
Ci fu un altro tuono, Ariana urlò. Si avvicinava la loro fine. L’aria era fredda e intorno a loro c’era solo infinito nero.
Quand’ecco che un’altra onda, più piccola di quella che stava per arrivare, ristabilizzò la nave. Ora avevano qualche speranza.
L’onda gigantesca era ormai davanti a loro. Ci fu un altro grido di Ariana, poi l’onda si infranse.
No, non erano ancora morti, ma l’onda stavolta li stava trascinando in avanti. James riuscì a tenersi aggrappato all’albero maestro, ma Charlie era scivolato e si trovava aggrappato alla prua, un’altra onda e sarebbe caduto in mare aperto. James si fece forza. Cercò di camminare sulla nave che si era appena stabilizzata. Scivolò e si ritrovò davanti alla prua. Dietro di loro James vide un’onda. “Ora o mai più” tese il braccio al fratello che l’afferrò.
La barca si inclinò indietro e i ragazzi vi furono trascinati. “Afferra l’albero maestro !” urlò James, ma non riuscì a vedere se lo ebbe fatto.
La forza dell’onda fu talmente violenta che fu un miracolo che i ragazzi riuscirono a rimanere aggrappati all’albero. La barca si ristabilizzò. I ragazzi si guardavano. “Ora vado al timone e giro a destra, così potremo tornare indietro, a casa !” disse James.
La tempesta era appena iniziata e loro erano già stanchi. Sarebbe stata dura. Quello era solo l’inizio.